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C'E' A CHI PIACE CALDO
ovvero: il dilemma del cappottino

Esistono situazioni per le quali ci sono numerose scuole di pensiero: che si parli di una terapia, di quante volte far mangiare il cane al giorno, o di risollevare la situazione economica di un Paese in crisi economica, si percepisce sempre una pluralità di opinioni. Esistono poi questioni che invece vedono soltanto due schieramenti in netta contrapposizione fra loro, come in una partita a scacchi, bianco contro nero. E una di queste è la fatidica domanda: per il cane, cappottino sì o cappottino no? Ci sono quelli che “assolutamente sì, fa troppo freddo fuori” e quelli che “i cani coi cappotti sono ridicoli quasi quanto i loro proprietari”. Chi ha ragione?
Cominciamo a guardare a noi. Considerate un eschimese e un africano. E' ovvio che siano individui molto diversi. Ebbene, i cani sono molto più diversi, fra loro, di quanto non lo siano un eschimese e un africano. A partire dal pelo, che può essere lungo, corto, raso, o addirittura assente; poi può essere liscio o riccio, folto o rado... Ne esistono una grande varietà, e tutti con caratteristiche diverse. Ma non è solo una questione di pelo: le diverse razze di cane hanno differenti depositi sottocutanei di grasso. E vogliamo parlare delle dimensioni? Un normale chihuahua adulto pesa un paio di chili, un normale mastino supera facilmente gli ottanta... cioè quaranta volte di più. Se esistessero le stesse proporzioni nell'uomo, vorrebbe dire che ci sarebbero uomini di cinquanta chilogrammi e uomini che ne pesano duemila!

La taglia corporea è molto importante quando si parla di dispersione di calore, perché sebbene possa apparire bizzarro, un Chihuahua ha una superficie corporea più ampia di un Sanbernardo, in rapporto al proprio peso, il che significa che quando fa freddo, disperde molto più calore. Pensiamo poi alle orecchie, che con la loro superficie contribuiscono alla termoregolazione: possono essere enormi come quelle dei Basset hound o piccole come quelle del Basenji.

Non dimentichiamoci poi lo stile di vita, l'età e l'individualità di ogni singolo cane.

Insomma, nel mondo canino c'è una quantità di variabili decisamente importante! Quindi, eccezion fatta per alcuni casi estremi (come i cani da slitta, ad esempio) è difficile stabilire parametri fissi per dire cappottino sì o cappottino no.


Nella maggior parte dei casi
siamo noi a dover decidere per il cane, perché sono pochi i cani che sono riluttanti a uscire di casa solo perché fa freddo; succede un po' più facilmente nei cani anziani, ma i giovani e gli adulti sono disposti ad affrontare i rigori invernali pur di farsi una bella corsa o una lunga passeggiata. Un po' come i bambini al mare, che resterebbero in acqua per ore fino a farsi diventare le labbra blu se non ci fossero i genitori a intimargli (infinite volte) di tornare a riva.


Possibile che la natura abbia sbagliato? Come mai un lupo, un orso o un cinghiale non hanno bisogno del cappotto e i cani invece potrebbero averne? Innanzitutto, non dimentichiamoci che la maggior parte dei cani che vediamo in giro non sono “naturali”, ma derivanti in maniera più o meno evidente da razze create attraverso manipolazioni genetiche volute dall'uomo, e poi “traslocate” nelle varie zone del mondo. Perfino i classici meticci hanno spesso un genitore o un antenato “di sangue blu” (tanto che i proprietari di meticci, spesso, si interrogano se nel proprio meticcio ci sia un po' di jack russel piuttosto che di un pinscher e così via). La natura non permetterebbe di far nascere un Siberian Husky a Roma, né un levriero egiziano in Norvegia.

Ma non è solo una questione geografica: il punto è che noi non teniamo lupi, orsi o cinghiali in casa, come facciamo invece con il cane. Se il nostro cane ha la fortuna di vivere in un giardino, dove ha la possibilità di correre ma anche, all'occorrenza, di ripararsi in una buona cuccia, con l'arrivo dell'inverno svilupperà un mantello invernale, più folto e più lungo, con un sottopelo più fitto, che costituirà un buon isolante, e non avrà bisogno di un cappottino.
Ma un cane abituato a trascorrere in casa buona parte della giornata, con i termosifoni accesi, non ha la possibilità di sviluppare un buon mantello invernale; così, quando la mattina uscirà all'aperto per la passeggiata, ci sarà solo il suo mantello “standard” a proteggerlo da uno sbalzo di temperatura di 20 o 30 gradi. In questo caso la protezione aggiuntiva offerta dal cappotto può essere una buona scelta, specialmente se il cane è di piccola taglia o costituzionalmente magro (cani di razze piccole e razze toy, levrieri...). Questo vale soprattutto per cani che vivono con persone che d'inverno ricorrono intensivamente ai riscaldamenti piuttosto che mettersi un maglione in più (il che sarebbe anche più rispettoso dell'ambiente).



Va inoltre considerato cosa farà il cane all'aperto: una passeggiata al guinzaglio? Allora il cappottino può essere consigliato. Si lancerà come un missile in giardino, senza guinzaglio, per sfogarsi e correre all'impazzata? In tal caso il cappottino, salvo temperature estreme, potrebbe essere inutile o addirittura d'intralcio.

Esistono anche alcune malattie che rallentano la crescita del pelo o addirittura rendono difficile l'instaurarsi dei meccanismi di termoregolazione corporea: si tratta di malattie su base ormonale come l'ipotiroidismo o la sindrome di Cushing. Se avete un cane che soffre di queste malattie, è bene offrirgli una protezione aggiuntiva, indipendentemente dalla razza e dalla taglia.

Quale cappottino scegliere?
In alcuni casi i nostri amici animali sono “vittime” inconsapevoli della moda. In commercio esistono cappottini per tutte le tasche, impermeabili imbottiti col cappuccio e le scarpette, felpe alla moda, maglioncini a collo alto, pellicce, anche di marche griffatissime o con accessori vari (paillettes, inserti in tulle, borchie, ecc). E' lapalissiano che al cane non interesserà minimamente che il cappottino sia di alta moda o un semplice tessuto senza decorazioni. L'aspetto è solo lo specchio dei gusti del proprietario.
Però ci sono dei consigli che vale la pena ricordare. La prima cosa da valutare è il materiale. Ad esempio, il fatto che il cappottino sia impermeabile e internamente foderato di un tessuto morbido (come il pile o la lana) è sicuramente un aspetto molto vantaggioso. Decisamente più scomodi sono quelli “accessoriati”, con bottoni, paillettes, gancetti, inserti in pelle, e così via, perché sono più difficilmente lavabili, e poco resistenti (e le piccole parti sono ingeribili dal nostro piccolo amico). Fate in modo che a contatto con il pelo ci sia un materiale morbido e traspirante.



Poi, ovviamente, bisogna considerare la taglia e la vestibilità. Non è sempre sufficiente pensare solo che il cane sia di taglia piccola, media o grande. Un Jack Russel e un Carlino sono entrambi cani di piccola taglia, ma con strutture fisiche completamente diverse. Quindi cercate di trovare un cappottino che abbia chiusure regolabili. La cosa migliore è provare il cappottino direttamente in negozio, proprio come facciamo noi quando ci compriamo un capo d'abbigliamento. Bisogna vedere se ci sono elastici che stringono troppo, o parti che strusciano sul pavimento, e se il cappottino consente al cane di muoversi agevolmente. I punti critici da controllare sono la larghezza del collo, la parte più larga del torace e le ascelle. Magari alcuni proprietari appassionati possono prendere un cappottino più pratico per le passeggiate al parco e uno più rifinito per le occasioni mondane. E non dimentichiamo la praticità: se non volete impazzire ogni volta, cercate un cappottino che sia facilmente sganciabile. Alcuni sono piene di fibbie e fibbiette e a volte, complice un po' di pigrizia, scoraggiano il proprietario, che si serve della scusa che “tanto stiamo fuori solo cinque minuti”. E' il peggior errore che si possa commettere: comprare il cappottino e poi non utilizzarlo.

Quando dovete far indossare il cappottino, cercate di fare in modo che per il cane sia un gioco. Chiamatelo con parole dolci, premiatelo quando si avvicina, e continuate a usare un tono allegro e giocoso mentre glielo fate indossare. Al termine dell'operazione, lodatelo e premiatelo con una bella passeggiata.
Ricordate sempre che il cappottino è una necessità per i rigori invernali, non soltanto un accessorio di bellezza. Non dimenticate di trattare il cane per quello che è: un cane. Prendervi cura di lui e nello stesso tempo rispettare la sua natura “canina”, senza trattarlo come un bambolotto, è il miglior regalo che possiate fargli.





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